Lo abbiamo scritto in ogni dove che i tagli voluti dalla ASL, in accordo con la passata amministrazione, avrebbero creato problemi, e infatti raccogliamo i primi frutti. Diventa sempre più frequente da parte di alcuni nostri assistiti recarsi al pronto soccorso quando il nostro servizio è chiuso. Utenti che per svariati motivi non possono venire al PCA negli orari stabiliti o utenti che dichiarano di aver perso la dose o di averla vomitata, tutto questo a discapito del pronto soccorso, che gia soffre per mancanza di personale, ma anche degli utenti che non trovano un servizio specialistico. Vale la pena raccontare le ultime vicende: un nostro utente, in cura da noi da anni, portato al pronto soccorso per abuso di benzodiazepine, nonostante dichiarasse di avere abusato di rivotril, viene curato col narcan (farmaco antagonista degli oppioidi). L’effetto è ovvio, pochi minuti e il paziente è in astinenza completa, sta male, i medici si rendono conto di aver preso un granchio è decidono di somministrargli metadone, ma in dose non sufficiente causando notevole malessere nel paziente. Oltre a ciò a noi non viene comunicato l’intervento fatto in pronto soccorso, informazione importante per il medico che segue il paziente. Passano settimane è l’utente alle ore 21.30 circa si ripresenta al pronto soccorso, in quanto il nostro servizio era chiuso, da dove ricevo una telefonata per chiedermi se l’utente fosse in carico al PCA. Io posso solo confermare, ma il medico chiede conto del piano terapeutico, inutile dirlo, il paziente ne era sprovvisto.
Non potendo fornire il piano terapeutico visto l’orario, o garantire personalmente, dico al dottore del pronto soccorso di valutare la situazione e procedere ma il medico è irremovibile, “senza piano terapeutico niente metadone”, questo nonostante la presenza dei CC che conoscono il soggetto come tossicodipendente. Così è stato, al paziente in stato di fermo hanno somministrato un po’ di valium, costringendolo ad una bella notte in astinenza (ed è andata bene che non gli sia stato nuovamente somministrato il narcan!).
Mi chiedo, come è possibile che un medico decida di somministrare metadone in base ad un foglio e non in base ad una osservazione clinica? Medico o burocrate? Come mai in altre occasione l’intervento è stato fatto anche senza piano terapeutico addirittura affidando il farmaco, forse bastava che il medico verificasse gli interventi passati. Queste inefficienze vanno denunciate, non è la prima volta ad esempio che il metadone ad utenti ricoverati sia stato fornito da noi perchè la ALS negava di averlo, o di avere la tipologia giusta. Un comportamento forzatamente illegale il nostro, in qunto non si può introdurre farmaci (tanto meno oppiacei) dall’esterno.
Purtroppo questi episodi saranno sempre piu’ frequenti, vista la riduzione degli orari. Prima dei tagli il PCA provvedeva alle emergenze, oggi gli utenti sono costretti a rivolgersi al mercato grigio del metadone o alla “pineta” che fa orario continuato. La sanità è in confusione, il crimine si attrezza.
Questi problemi non appassionano i cittadini, ma sono problemi di tutti, e noi per rafforzare le nostre denunce abbiamo scelto di farlo insieme ai comitati che si battono per una sanità per tutti.
Abbiamo chiesto un incontro con L’Ass. regionale Stefania Saccardi, ma non abbiamo ancora avuto risposta e di nuovo siamo a rischio chiusura: se entro il prossimo mese non arrivano certezze, il servizio dovrà essere sospeso.
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