L’azienda Solbian di Torino del nostro concittadino Luca Bonci ad dell’azienda, contribuisce alla barca solare Tu Delft. Dell’equipaggio fanno parte 28 ragazzi, studenti di diverse facoltà dell’Università olandese di Delft.
Con quella sua forma a punta somiglia a una matita che disegna linee sulle acque del Lago Grande di Avigliana. Opere astratte firmate Tu Delft solarboat. È una barca solare che viaggia grazie a un motore elettrico e all’energia catturata dai pannelli fotovoltaici che ricoprono la sua superficie piatta, una monoposto della navigazione che domenica si è messa in mostra alle pendici della Valsusa di ritorno da un luogo che di vetture a un solo pilota ha fatto la storia: Monaco. Il Principato, dopo aver conquistato il titolo di circuito più bello della Formula 1, è diventata la pista per eccellenza delle barche solari con il suo Solar Boat Challenge. L’ultima edizione dell’evento si è conclusa sabato. La Tu Delft era una delle concorrenti. L’esibizione di Avigliana, prima del rientro in Olanda, dove l’hanno costruita, è stata un omaggio alla Solbian, l’azienda italiana che qui ha sede e che ha dotato la barca della sua unica fonte di energia, il rivestimento in pannelli solari. «Creiamo soluzioni flessibili e ad alta efficienza specifiche per la nautica – spiega l’ad Luca Bonci -. Il progetto dell’imbarcazione solare ci ha subito colpito». Già, perché dell’equipaggio fanno parte 28 ragazzi, studenti di diverse facoltà dell’Università tecnica di Delft, il più antico ateneo di questo tipo dei Paesi Bassi. C’è chi cura la parte finanziaria e chi si occupa del mezzo. D’altra parte, lassù si è sensibili a certi temi. «Non è detto che la tecnologia che testiamo venga poi utilizzata in questo settore. Ma magari potrebbe essere impiegata in altri», racconta, scalzo e in pantaloncini, Casper van Engelenburg, il capo degli ingegneri, prima di dirigersi verso il pontile del Circolo velico. L’imbarcazione, un sei metri di lunghezza per 190 chili di peso, pilota incluso, è in acqua. Ultimi controlli, un giro di prova, poi si parte davvero. Al timone, Cas Rosier la fa viaggiare veloce, schivando canoe e barche a vela, tra gli applausi dei curiosi e le foto dei bagnanti della domenica, finché la Tu Delft solleva la prua e vola sul lago. «Merito dell’hydrofoil, che l’aiuta ad andare più veloce – spiega Bonci -. La vera sorpresa della giornata era questa». Ma Solbian ne ha anche altre in serbo. Da poco è cominciata una collaborazione con Ilooxs Technologies, una start-up di Torino che si è inventata il pannello fotovoltaico personalizzato. Altro che i soliti rettangoli neri e rigidi. L’azienda li realizza colorati, con scritte, disegni, della stessa fantasia del legno e molte altre. «Il pannello c’è, ma non si vede, il che lo rende perfetto per installazioni di design, come sulle barche», commentano Fabrizio Chiara e Giancarlo Casellato, cofondatori dell’azienda. Nel fine settimana, tra Montecarlo e Avigliana, c’erano pure loro e il resto del team con Solbian e la barca solare. Che, adesso, è già pronta per la sua prossima impresa: la traversata del Canale della Manica, da Dover a Calais.
da La Stampa
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