Scuola di pittura Scuola libertaria.

Scuola di pittura – Scuola libertaria.

Una risposta concreta alla desertificazione culturale di un piccolo centro in provincia di Lucca.

Un genitore scopre che c’è un incredibile competizione sui banchi di sua figlia, che comincia a soffrire di disturbi del sonno. Nasce così un corso di pittura che sviluppa il senso di cooperazione, l’autostima personale e il rispetto per gli altri.

Minazzana. La scuola di pittura libertaria di questa frazione del Comune di Seravezza, un piccolo paese del versante di Lucca delle Apuane, nasce tre anni fa per un’esigenza personale legata a mia figlia. Nel secondo anno di scuola primaria la  bambina comincia a soffrire di disturbi del sonno, diventando addirittura sonnambula. Dopo tante domande finalmente la bimba si decide a parlare raccontandomi dei disagi che l’affliggono per non avere sempre il massimo dei voti. A scuola c’è una forte competizione e malgrado lei sia fra le migliori come rendimento, non accetta di non essere la prima. Incredibile. Ma chi gli aveva messo in testa certe assurdità?  La scuola dovrebbe essere un posto di socializzazione e di conoscenza, non di voti e di competizione. Ci ho messo un’anno a far capire a mia figlia che i voti non mi interessavano e che l’unica cosa importante era imparare per se stessi e non per gli altri. Parlando è uscito fuori che molti bambini avevano gli stessi problemi in classe, che i più lenti e quelli meno bravi venivano sistematicamente presi in giro con risatine o parole pesanti dai propri coetanei. Dovevo trovare un rimedio per alleggerire la scolarizzazione dei piccoli studenti rendendoli più complici tra di loro e meno competitivi, più sicuri delle proprie capacità  e delle qualità che li distinguevano gli uni dagli altri. Nasce cosi il mio piccolo progetto: un corso di pittura per bambini da sette a dieci anni che oltre a servire come sviluppo delle potenzialità creative ha come scopo quello di sviluppare la cooperazione fra gli individui, aumentare l’autostima personale e il rispetto per gli altri. Il primo anno è stato semplice, i bambini li conoscevo tutti e sapevo le problematiche che li affliggevano. Ci trovavamo ogni sabato per 4 ore consecutive e tutte le volte che era ora di andare a casa lo facevano malvolentieri.  I partecipanti erano 18, di età più o meno uguale e di sesso misto, con loro abbiamo letto storie , “sentito” il mondo a occhi chiusi e poi dipinto, parlato dei nostri compagni trovando le qualità  migliori per poi ritrarli.

Il secondo invece è stato più caotico; la voce si era sparsa e i bambini arrivati erano 25 con età diverse e anche provenienti da scuole diverse. Tenere il controllo non è stato semplice perché le esigenze erano molteplici e per quanto riguarda i bambini, molti di essi non li avevo mai visti prima. Comunque anche con loro siamo riusciti a fare un buon lavoro dipingendo un trittico a 25 mani!!! Il terzo anno per esigenze personali di stanchezza fisica, ho deciso di fare un corso a numero chiuso ed ho accettato solo 10 bambini. Abbiamo fatto l’imprimitura della tavola e la tempera all’uovo e di questo i bambini ne sono stati entusiasti. Tutti gli anni abbiamo ovviamente parlato di arte e di come si sia trasformata nei secoli, ma l’ultimo anno è venuta una compagna, storica dell’arte che ha tenuto una lezione su  Veermer (un pittore fiammingo del xxII secolo). È stato veramente emozionante vedere tutte quelle faccine attente che seguivano guardando le immagini al computer.

Credo che la scuola dovrebbe essere fatta in questo modo… I bambini vanno, valorizzati, aiutandoli a sviluppare il loro potenziale e il loro carattere, educandoli al rispetto e alla cooperazione collettiva, poiché solo chi pensa con la propria testa può diventare un individuo capace di ragionare fuori dal sistema e di creare una società nuova ed emancipata.

A GUISA DI POSTFAZIONE

Personalmente mi preme sottolineare che questa scuola, è anche la risposta alla desertificazione culturale che la giunta di Seravezza, da sempre egemonizzata dal PD, sta da tempo portando avanti. Con il pretesto di una razionalizzazione della rete scuola è stata infatti chiusa la locale scuola elementare. Cosa questa che costringe i bambini a diventare pendolari fin dall’età di 6 anni. Infatti essi vengono trasportati con i pulmini alla scuola elementare di Seravezza. La Scuola libertaria di pittura che la compagna sta portando avanti ormai da tre anni si inserisce a pieno titolo nel solco che la pedagogia libertaria sta ormai da tempo attuando in tutta l’Italia.

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