Dopo un dibattito davvero deludente che ha dimostrato l’arretratezza di questo Parlamento rispetto al Paese è stato approvato dalla Camera la legge sulla cannabis terapeutica. Il voto finale ha garantito al provvedimento rinominato “Disposizioni concernenti la coltivazione e la somministrazione della cannabis a uso medico” 317 voti a favore 40 contrari e 13 astenuti. Si sono espressi a favore del testo la gran parte dei gruppi parlamentari. Anche i gruppi che hanno fortemente criticato la scelta del Partito Democratico di stralciare la regolamentazione legale dell’uso ricreativo della cannabis, in particolare Sinistra italiana-Possibile, MDP e M5S, hanno votato a favore, garantendo il supporto al provvedimento anche al Senato.
Il testo unificato proposto dalla relatrice Miotto ha stralciato praticamente tutto dal precedente progetto di legge dell’intergruppo parlamentare per la cannabis legale, limitandosi ad intervenire sull’uso terapeutico. Per essere benevoli, pare un semplice riordino della realtà attuale per il quale probabilmente erano sufficienti provvedimenti ministeriali. Resta comunque da sottolineare come la maggioranza assoluta della Camera si sia espressa a favore ad una legge che promuove l’uso medico della cannabis. E che il risultato della votazione a scrutinio segreto sugli emendamenti per la depenalizzazione della coltivazione personale ad uso terapeutico dimostra che probabilmente una maggioranza su un testo più avanzato si sarebbe potuta trovare.
Ora il testo, come detto deludente nei contenuti, passerà al Senato. Visti i precedenti di questa legislatura da Palazzo Madama non non ci si può certo aspettare grandi sorprese, se non il definitivo affossamento del provvedimento. Ma con la garanzia dell’appoggio di metà opposizione ad un testo debole ma che rappresenta un passo in avanti, la maggioranza non ha certamente più alibi.
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