Chiuso il centro clinico di ricerca e di assistenza per tossicodipendenti dell’università i pazienti si sono rivolti tutti a Pietrasanta

da Liberazione 5/01/05

Chiuso il centro clinico di ricerca e di assistenza per tossicodipendenti dell’università i pazienti si sono rivolti tutti a Pietrasanta. Pendolari per vivere

«Il 23 dicembre il professor Cassano, in modo che io non esito a definire criminale, ha chiuso definitivamente il centro di ricerca e di assistenza per tossicodipendenti all’interno dell’università». La denuncia arriva da Roberto Nardini, figura storica del volontariato nel campo delle tossicodipendenze, in prima linea in Versilia dal 1977, presidente del Sims (Studio intervento malattie sociali), associazione che tra ricerca, assistenza diretta e unità di strada, vanta anche un servizio difesa dei diritti dei tossicodipendenti (Ddt). Il centro di ricerca e assistenza chiuso, attivo dal 1994, al quale facevano riferimento 80 utenti per la somministrazione del metadone, era nato proprio dalla collaborazione tra il Dipartimento di neuroscienze dell’università di Pisa e il Sims (www.sims.it).Una struttura comunque dipendente da un unico “deus ex machina”: il professor Giovanni Battista Cassano.

Pazienti senza rete
E’ stato un brutto Natale quello degli utenti seguiti dal servizio universitario per le tossicodipendenze. E l’anno nuovo non promette bene. I pazienti dell’ex centro universitario sono stati indirizzati ai Sert locali di appartenenza, ma nel giro di ventiquattro ore, i più, sono tornati a cercare i medici e gli operatori che da anni li avevano in carico. Anche perché molti dei Sert che avrebbero dovuto farsene carico gli hanno sbattuto la porta in faccia. Ritrovarsi senza la dose giornaliera di metadone, per chi con fatica ha trovato un lavoro e si è rifatto una vita, una famiglia, per chi ha chiuso con un passato da tossico da strada, non è facile. Così spinti dallo spirito di sopravvienza si sono ritrovati tutti a fare la fila la Sert di Pietrasanta, dove prestano servizio medici e operatori del centro universitario chiuso alla vigilia di Natale. «Si è sfiorata la tragedia – racconta Nardini -. Per poco si è potuto evitare l’intervento delle forze dell’ordine. Abbiano comunque affrontato l’emergenza. Ma ora c’è il caos». I servizi della Asl non hanno risorse sufficienti. «E nemmeno noi ce l’abbiamo. Non si riesce nemmeno a risolvere il problema della produzione adeguata del farmaco necessario. I costi invece di essere supportati dalle Asl gravano tutti su di noi» tuona ancora il presidente del Sims.

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